Carillon
Il carillon è uno dei primi esempi di strumento meccanico. I primi carillons automatici risalgono al tredicesimo secolo e funzionano grazie ad un rullo con cunei fissi o mobili. Il loro nome deriva dal basso latino “quatrinio” perchè pare che i primi carillons azionassero quattro campane.
Il nome carillon indica in particolare una serie di minuscoli congegni in cui un tamburo o un rullo agisce con le sue punte sopra una serie di ance.
Alcuni carillon miniaturizzati erano contenuti in gioielli e medaglioni, cornici, ecc, mentre gli strumenti più grandi venivano portati in strada per creare vere e proprie orchestre.
Musica Meccanica
Giovanni Barbieri, l’inventore dell’organo di Barberia (i comuni organi da strada), sognava di costruire uno strumento musicale in grado di essere suonato da chiunque e in grado di portare la musica, e quindi la gioia, nelle balere, nei saloni illuminati dei sovrani e nei vicoli di ogni città.
Barbieri costruì il suo strumento musicale meccanico, ma in Italia non ebbe successo: la leggenda vuole che egli partì alla volta della Francia con il preciso progetto di regalare un organetto dal suono dolcissimo alla Corte Re Sole. Al Re piacque e in men che non si dica si diffuse enormemente in tutta la Francia, rendendo il nome di orgue de monsieur Barbierì, successivamente diventato organetto di barberia.
L’accezione “da strada” rimanda alla vita quotidiana della popolazione, discostandosi dal lussuoso ambiente di corte nel quale spesso troviamo magici automi e raffinati carillon.
E’ infatti la rivoluzione francese, con i suoi cambiamenti politici, ad apportare cambiamenti anche in ambito musicale. I grandi rivolgimenti sociali e la crescente importanza delle masse esigevano strumenti automatici che uscissero su strada per accompagnare nella lotta e nelle manifestazioni un popolo che aveva sempre più necessità di essere ascoltato. Durante il Risorgimento italiano gli eroici combattenti erano accompagnati da canzoni patriottiche e marce militari, spesso eseguite da vecchi organetti.
Piano melodico “Racca” uno strumento di grande raffinatezza che ebbe molto successo in ambienti nobili e borghesi. Il suo inventore è Giovanni Racca, costruttore bolognese, che poteva vantare fra i suoi estimatori la Regina Margherita. Il cartone forato veniva inserito all’interno dalla parte superiore del piano, grazie a un bottone laterale che ne permetteva l’apertura. Richiuso lo strumento, il cartoncino veniva fatto scorrere girando la manovella laterale. Il suono veniva riprodotto da corde pizzicate. La posizione dei fori e la loro diversa forma definivano la sequenza delle note, la loro intensità e la loro lunghezza.
Automi Musicali
Il termine Automi Musicali viene generalmente riferito agli “androidi” dalle sembianze umane o animali costruiti dal 1700 dai maestri orologiai (alcuni erano anche in grado di scrivere frasi meccanicamente programmate, di giocare agli scacchi o di disegnare un soggetto prestabilito).
Famosi furono “La suonatrice di timpano” e “Il suonatore di flauto” di Jacques Vaucanson. Aveva le sembianze e le dimensioni di un uomo e con la sua meccanica programmata suonava undici arie su flauto muovendo le dita e modulando l’aria dalla bocca. Oggi sono conservati ed esposti al Conservatoire des Arts et Metiers di Parigi.
L’età d’oro degli automi fu dal 1848 al 1914. I più grandi interpreti che costruirono automi in questo periodo furono Vichy, Roullet de Camps, Lambert, Triboulet che unirono meccanismi pregiati a bambole di bisquit di famosi maestri artigiani.
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